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Quanto sarà importante la transizione ecologica per le aziende?

    Sarà molto importante la transizione ecologica per le organizzazioni, perché oltre che dare l’opportunità di impegnarsi per le tematiche ambientali, favorirà un processo di revisione ed efficientamento di tutti i processi aziendali.

    Le politiche internazionali hanno redatto l’agenda per lo sviluppo sostenibile 2030, definendo 5 punti focus da raggiungere per la riduzione delle emissioni di CO2, primo colpevole dell’innalzamento climatico.

    I 5 punti chiave di intervento, sono l’utilizzo di energie rinnovabili, la sostenibilità agricola, la mobilità sostenibile, la diminuzione dello sfruttamento delle risorse del sottosuolo, per la tutela dell’ecosistema.

    Lo stanziamento di fondi per perseguire questi risultati sarà notevole. A budget, a livello comunitario, sono stati previsti complessivamente, gli investimenti del Next Generation EU, che sono pari a 672,5 miliardi di euro.

    E la fetta per il nostro paese sarà importante, infatti l’ammontare sarà circa di 200 miliardi di euro.

    Su questi fondi si basa il Recovery Plan, piano straordinario per la ripresa post pandemica, messo in atto nel nostro paese.

    Per accedere a questi fondi, però e finalmente, non sarà sufficiente presentare delle domande fine a se stesse. Ma sarà necessario mettere in atto dei progetti di reale transizione ecologica.

    Perché la situazione è ad uno stato di non ritorno, il cambiamento climatico, l’impoverimento delle risorse energetiche e naturali. E devono essere attuati interventi chiari e mirati per la salvaguardia dell’ecosistema e della biodiversità.

    L’importanza della transizione ecologica nelle aziende

    Come abbiamo già anticipato, la transizione ecologica, non sarà soltanto uno slogan relegato alle associazioni ambientalistiche.

    Al centro della rivoluzione, volutamente è stata inserita l’azienda. Aziende considerate le maggiori colpevoli della situazione odierna. Per anni ed anni, si sono perseguite modelli economici basati solamente sul profitto, a scapito degli aspetti ambientali, ed economico sociali.

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    Erano pochi gli imprenditori illuminati che vedevano al di là di questo. E che producevano con una ottica rispettosa e sostenibile. Oggi giorno, questo impegno, deve essere allargato a il più maggiore numero di realtà.

    Questo perché le organizzazioni, hanno possibilità tecnologiche e di ricerca, che la politica non può avere. Politica che però, può mettere a disposizione risorse per questa nuova fase di progresso, di sostenibilità e di green economy.

    Questi investimenti non saranno quindi utili solamente in ambito ambientale. Ma spingeranno anche il processo di digitalizzazione, iniziato con l’industria 4.0. Opportunità unica, per rivedere in ottica ambientali i processi di produzione di beni e servizi, a favore dell’economia circolare, ricercandone la massima efficace e riduzione degli sprechi.

    Neutralità delle emissioni di CO2 entro il 2050

    La comunità europea, concederà importanti fondi nei progetti che saranno destinati alla digital economy, ed al pareggiamento delle emissioni di CO2, entro il 2050. Le politiche di transizione ecologica possono essere riassunte:

    • Progetti di riqualificazione del comparto edile grazie all’efficienza energetica;
    • Implementazione di progetti per la mobilità sostenibile elettrica pubblica e privata;
    • Utilizzo di energie rinnovabili, pari al 70%;
    • Utilizzo di sistemi che utilizzino Idrogeno per la riduzione delle emissioni della CO2;
    • Progressivo abbattimento dell’utilizzo dei combustibili fossili;
    • Adozione di sistemi di economia circolare basata sul riciclo, riuso, ed utilizzo efficace di sottoprodotti;
    • Revisione delle politiche agricole, zootecniche ed ittiche;
    • Politiche di protezione delle biodiversità e del rimboschimento.

    PNRR Next Generation Italia: intervento su 4 macro-aree

    Il Next Generation EU, è lo strumento comunitario studiamo per il rilancio economico a seguito della pandemia di Covid 19.

    Nel nostro paese, le politiche, e gli investimenti comunitari sono stati inseriti nel PNRR, o Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Che punta ad una forte riduzione della domanda energetica basata da fonti fossili, incrementando l’offerta e l’utilizzo delle fonti di provenienza rinnovabile.

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    Le 4 macroaree di intervento daranno:

    • Economia circolare a favore di un settore primario agricolo, zootecnico ed ittico, sostenibile;
    • Adozione di energie rinnovabili, all’idrogeno e mobilità sostenibile pubblica e privata;
    • Efficienza energetica grazie alla riqualificazione delle strutture edili pubbliche e private;
    • Tutela delle risorse naturali e del territorio.

    Le politiche di tradizione ecologica, non interesseranno solamente le organizzazioni. Infatti tutti i cittadini potranno godere di molti vantaggi ed attività viste sopra. Ma non solo.

    Altre attività, come la lotta allo spreco, l’eliminazione della plastica, soprattutto quella monouso, ed il rispetto della gestione dei rifiuti e dell’energia, contribuiranno alle attività volte verso lo sviluppo sostenibile.

    Gli strumenti principali per le aziende: le norme di certificazione ambientale

    Al contrario di quanto si pensi, non sarà immediata la transizione ecologica. Un conto fare SHOW, i famosissimi Bla Bla Bla, un altro, è mutare intere economie in poco tempo. Ovvio da qualche parte si debba partire.

    L’imprenditore trova ottimi strumenti per rivedere i processi, beni e servizi della sua organizzazione, adottando delle norme e standard di certificazione ambientale.

    Le norme di certificazione aziendale definiscono una serie di regolamenti inerenti alla struttura organizzativa, ai processi e talvolta ai prodotti, che l’organizzazione deve seguire, per perseguire l’obiettivo della sostenibilità ambientale.

    Alla base di queste attestazioni, rilasciate da un organismo terzo, a seguito di un audit indipendente di valutazione, c’è la norma ISO 14001, che definisce la struttura di un sistema di gestione ambiente.

    La norma di certificazione ISO 14001, che puoi approfondire leggendo la guida che trovi visitando questa pagina: https://www.sistemieconsulenze.it/certificazione-iso-14001/ . Fornisce una struttura organizzativa per la gestione dei requisiti ambientali.

    Vediamo di riassumere di cosa si tratta:

    • Definizione del contesto in cui opera l’organizzazione;
    • Definizione delle parti interessate e delle loro aspettative;
    • Definizione dei rischi che possono avere un impatto, e definizione delle attività a prevenzione e mitigazione;
    • Definizione degli obiettivi e la messa a disposizione delle risorse per raggiungerli;
    • Formazione delle risorse;
    • Gestione delle risorse tecniche;
    • Gestione delle attività ordinare e di emergenza;
    • Valutazione e miglioramento continuo.
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    Questa norma ambientale non ha un focus sui prodotti, ma permette di dare un ordine organizzativo ed una struttura volta al miglioramento delle performance ambientali. Le altre principali norme in ambito ambientale che può avere un’organizzazione come strumento di transizione ecologica sono:

    • EMAS. Il sistema di gestione secondo la norma ISO 14001, associato ai requisiti di registrazione comunitaria definiti da Reg CE /150717/1505;
    • ISO 50001. La norma che definisce i requisiti di un sistema di gestione energia;
    • Water Foot Print. Lo standard di valutazione e certificazione dell’impronta ambientale delle acque dolci e salate;
    • Carbon Foot Print. Lo standard di valutazione e miglioramento sull’impronta del ciclo del carbonio;
    • ECOLABEL. Il marchio di qualità ecologica europea che identifica beni e servizi eco sostenibili secondo il Reg CE 66/2010;
    • LCA. Life Cycle Assessment, la valutazione degli impatti sul ciclo di vita di un prodotto/servizio, dalla sua progettazione, al suo smaltimento a fine vita;
    • Etichettatura ambientale. Dichiarazioni ambientali di etichettatura da parte del produttore;
    • Norme trasversali. Standard che adottano dei requisiti di sostenibilità ambientale, ma appartenenti ad altri ambiti. Lo standard di certificazione Global Gap, gli standard ittici, MSC, Friend Of The Sea, ASC, e forestali FSC.

    Ancora una volta, oltre che l’azienda, il consumatore, potrà fare la sua parte, favorendo acquisti, da fornitori che abbiano ricevuto queste attestazioni.